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La torre Asinelli e la rotazione terrestre

  • A cura di Elisa Barbari
  • 10 ott 2016
  • Tempo di lettura: 2 min

Bologna vanta molti primati, alcuni poco noti come questo: la torre Asinelli fu protagonista dei primi esperimenti in assoluto di rotazione terrestre.

Giovanni Battista Guglielmini

Giovanni Battista Guglielmini (1760-1817), fisico e astronomo bolognese fornì la prima prova sperimentale di moto rotatorio terrestre. L'esperimento consisteva nel misurare la deviazione verso est dalla verticale subita da un grave in caduta libera per effetto della rotazione.


A seguito della pubblicazione dell'Indice di Benedetto XIV, si stava lentamente superando il proibizionismo nei confronti dell'approccio scientifico copernicano, ma la prudenza era d'obbligo poichè il De revolutionibus di Copernico, l'Epitome di Keplero e il Dialogo di Galileo risultavano ancora all'Indice.


Guglielmini era determinato ad ottenere una prova fisica del moto rotatorio "affinché il planetario sistema Copernicano ritrovi finalmente tra le filosofiche verità un pacifico luogo".


Dopo aver tentato invano su suolo capitolino, rientrò in città e nel 1791 realizzò l'esperimento anche grazie al sostegno dei colleghi dell'Accademia delle scienze.

La prova consisteva nel lasciar cadere dalla cima della torre, sfere di piombo del diametro di un pollice e nel misurare le deviazioni delle fosse prodotte al suolo.


Ma la torre Asinelli, come altri edifici simili dell'epoca, presentava numerosi fori (visibili ancora oggi) prodotti dalle impalcature in fase di costruzione. Da tali fori il vento riusciva a penetrare deviando-seppur di poco- la traiettoria delle sfere di piombo. Considerando che la misurazione della deviazione era espressa in termini di millimetri, l'inconveniente dei fori della torre provocò notevoli problemi che si ripercossero sulla durata dell'esperimento.

Tra le condizioni necessarie per garantire la prova sperimentale vi erano infatti l'immobilità delle sfere prima del lancio e del filo a piombo che indicava la verticale.


Finalmente, alla fine del 1792 riuscì a raccogliere l'esito delle sue ricerche in un opuscolo: De diurno Terrae motu, redatto in lingua latina così da favorirne la diffusione in ambito prettamente scientifico. I risultati di Guglielmini riscossero grande successo nel mondo accademico.

Dunque Bologna si distinse per essersi prestata a scenario di sperimentazione scientifica in ambiti estremamente innovativi e decisamente rivoluzionari per l'epoca.


E qui è proprio il caso di dire Bologna la dotta!


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